Non siamo tutti berlinesi. Per noi che sventoliamo belle bandiere
Ich bin ein Berliner.
È diventato un modo social di schierarsi, di dichiarare da che parte si sta. Un modo efficace, comunicativo.
Non fosse che non è vero.
Non siamo tutti profughi. Perchè non abbiamo negli occhi l’orrore, la fuga, la paura, il freddo, la vita che scivola e manca l’appiglio. Non ci svegliamo di notte con gli incubi dei sopravvissuti.
Non siamo tutti Lea Garofalo, perchè non sappiamo cosa vuol dire vivere in segreto, mimetizzati dalla paura, angosciati dal vuoto che spinge all’indietro. Non immaginiamo nemmeno cosa voglia dire rinunciare alla propria libertà, sentirsi abbandonati, credere nella giustizia e rimanere soli.
Non siamo tutti gay, perchè non sappiamo cosa voglia dire sentirsi appiccicato addosso uno stigma e sentire la propria identità vandalizzata dagli scarponi chiodati del dogma che divide.
Non siamo tutti clandestini, perchè ci possiamo permettere di dichiararlo senza sentirci braccati, cacciati solo perche si è nati lepre e non cane. Senza aver fatto nulla se non essere lepre in stagione di caccia.
Non siamo nemmeno tutti minoranza discriminata. Perchè se non lo siamo, minoranza, possiamo permetterci di dirlo e di sfidare gli altri, maggioranza come noi.
Essere tutti qualcos’altro elimina l’empatia, la capacità di riconoscersi e riconoscere l’identità degli altri.
Diceva Pasolini che i diritti civili sono i diritti degli altri.
Noi non siamo tutti profughi, gay, collaboratori di giustizia, clandestini, minoranza discriminata. Noi non siamo tutti qualcosa.
Noi dobbiamo essere con. Con i profughi, con Lea, con i clandestini, con i gay e le lesbiche e i trasgender. Con gli esclusi, con quelli che fanno fatica a prescindere da dove vengono o da chi sono.
Essere con.
Perchè crediamo nell’uguaglianza. Perché non sopportiamo la diseguaglianza. Non tolleriamo di sentirci uguali se c’è qualcuno a cui è impedito di esserlo. Perchè proviamo cosi tanto rispetto per le vite degli altri che non riusciamo a sopportare di indossare una maschera recitando una parte verosimile ma non vera.
Perchè essere di sinistra non vuol dire soltanto sventolare belle bandiere ma annusarne l’ordito, cucire il tessuto lacerato, provare a tappare qualche buco perchè non si strappi del tutto.
Proprio perchè non siamo berlinesi, vogliamo che si abbattano i muri. Per i berlinesi. Non per noi che dietro un muro abbiamo avuto la sorte di non nascere.