Pronti… partenza… via!
Il 12 aprile abbiamo varato la nave o, per usare un linguaggio più consono, si è dato ufficialmente il via alla mia campagna elettorale.
Intanto il posto: Palazzo Bertalazone, in Via San Francesco d’Assisi 14. Segnatevelo e passateci. C’è la Galleria Allegretti: arte contemporanea in uno spazio meraviglioso, dai pavimenti che scricchiolano storia e cultura. Grazie ad Erica e ai suoi amici che ci hanno dato accoglienza ed hanno permesso ai molti che non lo conoscevano di entrare in uno dei tanti gioielli di questa città.
Poi il catering, o il cibo come si dice in gergo più popolare: le pizze di Marco, l’insalata di pollo con la provola sono le uniche due cose che sono riuscita ad assaggiare alla fine. Perché c’era anche, in onore alle mie origini toscane, la panzanella: pane e pomodoro e olio bono. Il sapore delle mie merende d’infanzia al mare dai nonni. Deve essere piaciuta, la panzanella, perché non ne ho trovato più neanche un cucchiaio.
Le persone, l’elemento più importante. Ieri erano tante, eterogenee. Anzi, plurali come chi mi conosce sa che ripeto all’infinito. C’era la Torino Plurale, quella che cresce e abita la città. Di tanti colori, religioni, cittadinanze, età, orientamenti sessuali, sensibilità culturali e politiche, condizioni sociali. Ieri a Palazzo Bertalazone c’era una parte delle persone con cui in questi anni ho discusso di politica e con cui ho condiviso pezzi di vita. Amici, potrei dire. Compagni, anche. Non necessariamente tutti d’accordo, per fortuna. Ma accomunati dalla voglia di non farsi passare sopra la testa le cose. Capaci di fare, di iniziare, di mettersi in gioco. Di non arrendersi di fronte al degrado della vita civile e politica di questo paese. Orgogliosi di Torino e della sua capacità di tenere insieme, con tutti i limiti ma anche tutta la consapevolezza etica che l’inclusione e l’apertura creano società migliori, nonostante quello che vogliono farci credere.
Ieri erano lì perché era naturale così. Grazie a loro il viaggio sarà più facile.
E’ stata una serata leggera, perché abbiamo parlato di politica con serietà ed ironia. Come dovrebbe essere tutte le volte che ci si ritrova a discutere e a condividere idee e non solo interessi.
E perché Capitan Freedom e Fabrizio Vespa, cari amici, mi hanno sollevato dall’imbarazzo di fare la sposa al suo matrimonio e hanno giocato con noi, evitandomi il comizio che mi avrebbe fatto venire l’orticaria solo a pronunciare la prima frase.
Ognuno dei partecipanti si è reso disponibile a mettersi in gioco, proponendo diverse iniziative che cercheremo di organizzare. Hanno scritto cosa possono fare, cosa vogliono organizzare dando spazio alla creatività delle reti, personali e associative. Perché la politica è anche creatività, se vuole stare nel mare aperto delle persone in carne ed ossa.
Siamo stati bene: alla fine è questo, molto semplicemente, quello che conta. Ringrazio tutti quelli che sono venuti, senza dimenticare chi, per vari motivi, non ce l’ha fatta ma ci sarà..
Alle due Eriche – che sembrano il titolo di un romanzo di Emily Bronte – a Souad, Giorgia, Valter, i 3Marchi, Samuele, Francesco, Andrea, Viviana e Giulia e se mi dimentico qualcuno peste mi colga un grazie, di cuore.
Vi ricordo l’evento del 17 aprile presso il Lapsus dalle 21 in poi. E poi tutto il resto, che deve ancora venire. Perché il futuro è prossimo.