9
Mag
2013
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9 maggio. Un’Europa aperta sull’umanità, sarebbe bello festeggiare.

L’Europa non puo’ rinchiudersi in se stessa. L’Europa che noi vogliamo e’ aperta sull’umanita’.

Noi vogliamo essere cittadini d’Europa ma vogliamo essere cittadini del mondo. L’idea confederativa e’ un’idea non soltanto per l’Europa ma per il mondo intero. L’idea da proporre non e’ piu’ l’indipendenza delle nazioni ma la confederazione delle nazioni, che assicuri loro l’autonomia nell’interdipendenza. Come diceva Michelet a proposito della Francia, il secolo scorso, l’Europa e’ una volonta’, uno stato dello spirito.

(…) L’Europa deve costituirsi per cio’ che noi chiameremo europeizzazione. Ed il principio democratico e’ principio fondatore, unificante di questa europeizzazione. Noi dobbiamo auto-definirci cittadini d’Europa, abitanti di questa provincia del mondo, del pianeta.

Noi dobbiamo diventare cittadini di un’Europa non piu’ conquistatrice ma conciliante, un’Europa che costruisca la sua pace e la propagandi.

Perche’ i principi confederativi e federalisti ed il rispetto delle sovranita’ abbiano qualche possibilita’ di realizzazione, e’ necessario agire subito. “la’ dove cresce il pericolo, cresce anche chi lo combatte”

Noi ormai sappiamo che nella ricerca demente e sperduta di salvezza, non c’e’ salvezza.

Ma noi, noi ragazzi perduti della Terra, possiamo salvare la solidarieta’ terrestre.

Edgar MORIN, Anne-Brigitte KERN, Un conflitto di civilizzazione portatore di democrazia, Le Monde Diplomatique, 1994

Questo scrisse Edgard Morin nel 1994. Anni di Europa integrata e contemporaneamente di Europa tradita. Europa costruita e disgregata nello stesso tempo.

Jacques Delors indicava le sfide per entrare nel XXI secolo. Nuovi paesi premevano per aderire all’Unione Europea. A 500 km di distanza, nel cuore dell’Europa balcanica, si consumava una tragedia annunciata che apriva ferite indicibili non solo al corpo vivo degli uomini e donne coinvolti, ma all’idea stessa di Europa e di integrazione pacifica di popoli e nazioni.

Qualche mese prima, nel 1993,  un giornalista di Oslobodjenje ritirando il premio Sakharov al Parlamento Europeo dichiarò “l’Europa è morta a Sarajevo. Un’altra volta”.

Si costruiva l’Europa negandola: gli Stati Membri e i poteri economici e finanziari ne hanno spogliato il senso.

Però questo scritto di Edgard Morin, apparso su le Monde Diplomatique nel 1994, disegna la lungimiranza che non fu. Quella che sarebbe servita. Quella che serve a maggior ragione oggi, vent’anni dopo.

Lo tradussi allora, salvandolo nella pancia del mio PC e portandomelo dietro per tutti questi anni.

Perché continuo a pensare che “noi, noi ragazzi perduti della Terra, possiamo salvare la solidarieta’ terrestre.”

Perchè “e’ necessario agire subito” , anche se questo subito è vecchio di 20 anni.

Oggi è il 9 maggio. Festa dell’Europa. Un’Europa aperta sull’umanità, sarebbe bello festeggiare.

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